2024 Global Market Outlook – Aggiornamento di metà anno
Economia
Sei mesi fa, le previsioni per il 2024 erano per un’inflazione in costante calo e per una possibile recessione che avrebbe innescato tagli aggressivi dei tassi da parte delle banche centrali. Lo scenario migliore, invece, era quello di un “soft landing”, ovvero di un rallentamento dell’economia, con l’azione delle banche centrali che avrebbe evitato la recessione. Le speranze degli investitori in questo scenario hanno portato a un simultaneo rally delle azioni, dei titoli di Stato di elevata qualità e delle obbligazioni con rischio di credito.
A distanza di qualche mese, ora il consensus prevede un’espansione continua, una ripresa delle pressioni inflazionistiche e un limitato allentamento da parte delle banche centrali. Non siamo così ottimisti sulla crescita in questo scenario di “no landing”, ma sembra che la recessione sia fuori discussione, almeno per i prossimi sei mesi.
Il consenso prevede ancora l'eccezionalità degli Stati Uniti, la cui espansione supera grandemente la crescita anemica degli altri mercati sviluppati. Ma i dati USA del primo trimestre hanno deluso. Con i leading indicator dell’Eurozona che si muovono al rialzo, potremmo facilmente assistere a un ampliamento generale della crescita globale, e questo metterebbe in discussione la narrativa dell’eccezionalità statunitense.
Nikolaj Schmidt, Chief Global Economist
Più crescita e più inflazione USA
(Fig. 1) Come sono cambiate le previsioni da fine 2023
Nella riunione di giugno, la Bce è stata la prima banca centrale dei mercati sviluppati a tagliare i tassi di interesse. La Banca d’Inghilterra (BoE) sembra essere la prossima, in vista delle elezioni generali nel Regno Unito del 4 luglio, seguita poi dalla Federal Reserve. A causa della debole economia dell’Eurozona, riteniamo che la Bce effettuerà il maggior numero di tagli nel 2024, mentre la Fed si limiterà a una o forse due riduzioni da 25 punti base ciascuna.
La domanda principale è: quale sarà l’impatto della politica monetaria sul 2025? Anche una modesta riduzione dei tassi quest’anno potrebbe facilmente portare a una riaccelerazione della crescita e dell’inflazione, che costringerebbe la Fed ad aumentare i tassi nel 2025, con le altre principali banche centrali che seguiranno a ruota. Ciò potrebbe significare che, in vista della prossima recessione, le banche centrali inaspriranno la politica monetaria in concomitanza con l’indebolimento del mercato del lavoro.
Uno scenario insolito che potrebbe portare a una maggiore divergenza nei rendimenti man mano che gli investitori analizzano le implicazioni per titoli e settori. In questo contesto, è fondamentale avere una gestione attiva del portafoglio, incentrata sull’analisi fondamentale e sul relative value.
Gli investimenti attivi possono avere costi più elevati di quelli passivi e possono sottoperformare l'intero mercato o i peer passivi con obiettivi simili. T. Rowe Price avverte che le stime economiche e le dichiarazioni previsionali sono soggette a numerose ipotesi, rischi e incertezze, che cambiano nel tempo. I risultati effettivi potrebbero differire sostanzialmente da quelli previsti nelle stime e nelle dichiarazioni previsionali e i risultati futuri potrebbero differire in modo sostanziale da qualsiasi performance storica. Le informazioni nel presente documento sono riportate solo a scopo illustrativo e informativo. I dati storici utilizzati come base per questa analisi si basano su informazioni raccolte da T. Rowe Price e da fonti terze e non sono stati verificati in modo indipendente. Le dichiarazioni previsionali si riferiscono solo alla data in cui vengono rilasciate e T. Rowe Price non si assume alcun obbligo e non si impegna ad aggiornare le dichiarazioni previsionali. Laddove vengono citati titoli, i titoli specifici identificati e descritti sono solo a scopo informativo e non rappresentano raccomandazioni.
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